ItinerariTiepolo

Tiepolo a Udine

Udine fu la prima città di terraferma nella quale Giambattista Tiepolo, non ancora trentenne, ottenne importanti commissioni che anticiparono il successo internazionale. Il giovane pittore “tutto spirito e foco” fu chiamato tra il 1726 e il 1729 dal Patriarca di Aquileia Dioniso Delfino e, più tardi, nel 1759, insieme al figlio Giandomenico, quando era già affermato e richiesto in tutte le maggiori Corti europee, dal suo successore e nipote Daniele Delfino.

 

 
 

 
 

 
 

 

1

PALAZZO ARCIVESCOVILE
PIAZZA PATRIARCATO
Il Palazzo arcivescovile, già residenza patriarcale nel Cinquecento, ospita oggi il Museo Diocesano e le Gallerie del Tiepolo. Giambattista arrivò a Udine all’inizio del 1726, chiamato da Dioniso Delfino per decorare il palazzo appena restaurato. Per la stessa potente famiglia in quegli anni stava realizzando a Venezia un ciclo di grandi tele raffiguranti episodi di storia romana che andranno a decorare il palazzo di Ca’ Dolfin.
Il primo degli affreschi realizzati da Giambattista nel palazzo patriarcale, ancora legato al gusto barocco, raffigura San Michele che caccia dal Paradiso gli angeli ribelli e otto Storie della genesi entro i riquadri in stucco di Abondio Stazio. Nella Galleria degli Ospiti l’anno successivo raffigurò l’epopea dei Padri della Chiesa. Le finte architetture realizzate da Girolamo Mengozzi Colonna, brani di fantasia esuberante e di bravura illusionistica, sono finestre limpide entro cui la narrazione tiepolesca si svolge con l’incanto di una fiaba: Abramo e gli angeli, Rachele che nasconde gli idoli e l’Angelo che appare a Sara insieme a scene in monocromo e finte statue di Profetesse.
Nel soffitto Il sogno di Giacobbe, Il sacrificio di Isacco, Agar nel deserto. Sono scene in cui le grandi vicende della storia dell’umanità si sciolgono nella delicatezza dei sentimenti. Affreschi dove grazia e invenzione si risolvono in un bagno di luce, ambientati in una cornice rurale pervasa di sottile lirismo. Il tono è colloquiale, antiretorico. La presenza divina si rivela nella dimensione serena e dimessa della quotidianità. In Rachele nasconde gli idoli, il pittore esibisce il suo autoritratto nelle vesti di Giacobbe e quello della moglie, Cecilia Guardi, nel ruolo di Rachele. La Sala Rossa o del Tribunale, che Tiepolo conclude nel 1729, è sovrastata dalla straordinaria scenografia sotto-insù del Giudizio di Salomone, arditamente stagliata contro un cielo terso. Gli episodi dell’Antico testamento furono realizzati in stucco da Giovanni Maria Andreoli. Al 1733 risalgono, invece, i due tondi con raffiguranti santi della cappella palatina.

2

CHIESA DI SANTA MARIA ANNUNZIATA
PIAZZA DUOMO
Nel 1726 Giambattista Tiepolo realizzò – pare in soli 10 giorni – la decorazione della Cappella del Santissimo Sacramento del Duomo, una spettacolare volta dipinta su cui si librano le schiere di angeli in volo. Successivamente per l’altare dipinse la pala della Resurrezione e nel 1733 la paletta con la Crocifissione, nel 1737 quella con i Santi Ermacora e Fortunato e, infine, un anno più tardi, la Trinità.

3

ORATORIO DELLA PURITÀ
PIAZZA DUOMO
Nel 1757 padre e figlio furono chiamati dal Patriarca Daniele Delfino che due anni prima aveva fatto costruire l’edificio dell’oratorio attiguo al Duomo. Giambattista vi dipinse la pala d’altare con l’Immacolata e il soffitto con la luminosissima Assunta portata in volo da un nugolo di angeli. Il figlio Giandomenico fu invece incaricato di realizzare gli otto grandi monocromi su fondo oro delle pareti che rappresentano episodi della Bibbia in cui furono protagonisti i fanciulli e le fanciulle a cui quella scuola sarebbe stata dedicata.

4

GALLERIA DI ARTE ANTICA E PINACOTECA DEL CASTELLO
Forte del successo ottenuto con gli affreschi del Duomo Giambattista fu chiamato a realizzare il fregio del Salone del Parlamento con Il Trionfo dei Cristiani sui Turchi che celebrava la vittoria veneziana nella battaglia di Lepanto del 1571.
Nel 1737 realizzò le due tele per la chiesa di Santa Maria dei Filippini con l’Angelo Custode e San Francesco di Sales ora conservati nella pinacoteca, insieme alla magniloquente tela allegorica che in origine ornava il soffitto di Palazzo Caiselli raffigurante La virtù e la Nobiltà trionfano sull’Ignoranza (1740-1743).
Il Consilium in arena è la singolare opera di Giandomenico che celebra il conte Filippo Florio, primo udinese che ottenne di essere ammesso all’Ordine dei Cavalieri di Malta, una scena corale e vivace che raffigura la società udinese con occhio spregiudicato.
ALTRO IN ZONA
Fiume_Tagliamento

Fiume Tagliamento

Il Tagliamento (l’antico Tiliaventum o Tiliavemptus; Tiliment in friulano standard, ma anche Tilimint, Taiament, Tiument, Timent e Tuement nelle altre varianti, Tagiamento o Tajamento in veneto) nasce a 1.195 m di altitudine nel comune di Lorenzago di Cadore, in provincia di Belluno ma vicino al confine con la provincia di Udine, presso il Passo della Mauria, e dopo poche centinaia di metri entra in Friuli Venezia Giulia.

Per circa 100 km ha carattere torrentizio. Percorre il canale di Socchieve fino a Tolmezzo; al confine fra i comuni di Ampezzo e Socchieve, in località Caprizi, una diga forma l’omonimo lago artificiale, le cui acque vengono per la maggior parte convogliate alla centrale idroelettrica di Somplago. Il suo primo affluente importante è il Lumiei, che si immette nel Tagliamento vicino a Socchieve. Da qui la vallata principale si allarga notevolmente formando un ampio fondovalle alluvionale. Successivamente riceve le acque del torrente Degano, poi del But; infine, in Comune di Amaro, quelle del fiume Fella; da qui si allarga fino ad un chilometro circa: raggiunta la piana di Osoppo, raccoglie il fiume Ledra e più a valle il torrente Arzino. A Pinzano il fiume si restringe, ma subito dopo comincia ad allargarsi, fino a superare abbondantemente i tre chilometri di larghezza nei pressi di Spilimbergo.

Entrando nell’alta pianura il fiume ha scavato un letto a quota sensibilmente più bassa del territorio circostante, creando degli argini naturali. A Pinzano e Ragogna queste scarpate naturali sono alte circa cinquanta metri, e la loro altezza diminuisce mano a mano che ci si addentra nella pianura. Il letto è composto da ghiaie policrome, molto permeabili, che assorbono quindi facilmente le acque. In periodi di magra, già a Dignano si può vedere il letto completamente asciutto. Nella bassa pianura però il fiume riacquista gran parte dell’acqua grazie al fenomeno delle risorgive, e prima di terminare il suo corso riceve ancora le acque del Varmo. A partire dall’altezza di Morsano al Tagliamento il fiume si restringe fino ad assumere una forma a canale. Sfocia infine, dopo 170 km, fra le spiagge di Lignano Sabbiadoro e Bibione.

Il Tagliamento è considerato l’unico fiume dell’arco alpino ed uno dei pochi in Europa a preservare una morfologia a canali intrecciati, cioè un letto ghiaioso molto ampio con numerosi canali d’acqua che si intrecciano nel percorso. Per questa caratteristica, nonché per l’unicità dell’ecosistema fluviale nel suo complesso, viene anche chiamato il Re dei fiumi alpini.

Grazie al mantenimento di uno stato ancora naturale, la varietà di specie vegetali e animali presenti è notevole: qui troviamo ancora numerose specie animali rare o scomparse nel resto della pianura padana a causa dell’uomo, cioè della trasformazione del loro ambiente naturale in campi coltivati o zone edificate, come il gheppio, la volpe e la faina, o la rana di Lataste. Il corso superiore del fiume ospita la trota marmorata ed il temolo, quello inferiore il cavedano ed il barbo. La trota fario è stata immessa dall’uomo ed ora rischia di inquinare geneticamente le originarie popolazioni di trota marmorata.

 

Grado_PinetaOK

Grado Pineta

La spiaggia di Grado Pineta, adiacente all’omonimo quartiere, si estende in mezzo al verde. Non lontana dal centro di Grado, è collegata anche dalla comoda pista ciclabile. L’accesso alla spiaggia è gratuito; è possibile parcheggiare nel quartiere di Pineta, perché le strade a ridosso della spiaggia sono chiuse al traffico, garantendo alla stessa maggiore tranquillità.

Anche questa parte del litorale di Grado è sabbioso e con i fondali bassi, ideale per chi non sa nuotare; la zona infatti è priva di correnti e tra la spiaggia e i banchi di sabbia l’acqua è sempre bassa e mai fredda.

Da alcuni anni la spiaggia di Pineta è diventata luogo di ritrovo dei kitesurfer provenienti da tutta Europa, che accorrono qui al primo alito di vento per lanciarsi in spettacolari volteggi.

I diversi stabilimenti offrono a noleggio i servizi da spiaggia, dagli ombrelloni ai pedalò alle attrezzature sportive. Organizzano inoltre corsi di ginnastica, animazione, intrattenimenti, anche serali, rivolti soprattutto ai giovani. Vicino alla spiaggia vi sono vari approdi nautici.

Un’ampia zona dell’arenile, denominata Spiaggia di Snoopy, è interamente dedicata agli amici a quattro zampe.

 

Informazioni


Spiaggia Airone

Tel. + 39 0431 83630

cell. + 39 329 0628718

 

Costa del Sol

Cell. + 39 347 65 51 674

 

×

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI GORIZIA

Toppo

Toppo di Travesio

Fin dal XIII secolo il borgo rurale di Toppo è diviso dal corso del rio Gleria: il borgo orientale comprende la chiesa parrocchiale di San Lorenzo e i masi medievali di Toppo, ovvero le caratteristiche case rurali in pietra, con portici ad arco e cortili interni; e quello a occidente, la borgata di Pino ai piedi del castello.

Il Palazzo Toppo-Wassermann sorge nella borgata chiamata anche “dei Martins”, dal nome degli antichi proprietari del complesso che, nel Cinquecento, fu convertito in dimora signorile di campagna. Il portone d’ingresso, datato 1543, reca inciso sull’architrave: “Vengo aperto perché escano i cattivi. Vengo chiuso perché restino i buoni”. Al piano terra del palazzo sono conservati due affreschi di arte sacra popolare del XVII secolo che ornavano le facciate degli edifici del borgo crollati nel terremoto. Dal cortile si accede alla cappella gentilizia di San Girolamo che conserva dipinti settecenteschi, l’acquasantiera longobarda risalente al Mille e la quattrocentesca statua in pietra dipinta di Santa Lucia. Nel vicino piazzale si trova un edificio secentesco con arco d’ingresso, un tempo residenza estiva dei conti di Spilimbergo, nonché diversi edifici in sasso.

Gli imponenti resti del castello sulle pendici del monte Ciaurlèc dominano l’abitato: un’architettura fortificata ben conservata del medioevo friulano. Nei pressi si trova anche la chiesetta castellana di Sant’Antonio Abate, con i pregevoli affreschi del XIV secolo.

Scendendo alla borgata di Toppo si incontra l´arco d´ingresso di un maso ristrutturato risalente al XV-XVII secolo e, lungo via Fornace, una serie di edifici del XVII-XVIII secolo, pertinenze di un antico maso, nonché case con corte, portico e ballatoio affacciato sugli orti e il frutteto retrostanti. Poco distante dal borgo c’è anche la vecchia fornace, opificio in uso nella prima metà del Novecento.

A Travesio, nella pieve di San Pietro, si conserva il ciclo di affreschi di Giovanni Antonio de Sacchis detto il Pordenone e, inoltre, il portale della sagrestia e il fonte battesimale scolpiti da Giovanni Antonio Pilacorte.

 

Informazioni


Dove: Località di Toppo, Comune di Travesio in Provicia di Pordenone

 

Informazioni: Ufficio Turistico di Toppo
Palazzo Toppo-Wassermann
via Verdi 98,
33090 Toppo di Travesio, PN

Tel. 0427 90350
turismo@comune.travesio.pn.it

Orari di apertura:
Mercoledì
9:00 – 12:00
Sabato e Domenica
9:30 – 12:30
14:30 – 17:30

www.castelloditoppo.eu
Fb: @ufficioturisticotoppo

×

 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI PORDENONE

Forte_Col_Roncone

Forte Col Roncone

Eretto tra il 1911 e il 1912 dall’esercito italiano, faceva parte delle fortificazioni del Medio Tagliamento: insieme ai forti di Fagagna e Santa Margherita, si trovava fra la linea di difesa del torrente Torre (Monte Bernadia e Adorgnano) e le batterie sul Tagliamento (Ragogna Bassa, Ragogna Alta e Col Colàt). Disarmato e convertito a deposito tra le due guerre, venne occupato dai partigiani nell’inverno del 1944-1945. Circondato da un sistema di fossati a più livelli, difeso da quattro cannoni e sei bocche da fuoco più piccole, ospita oggi un’esposizione permanente di storia militare.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via Col Roncone, Rive d’Arcano

Informazioni: www.militaryhistoricalcenter.orgwww.comune.rivedarcano.ud.it e presso l’Ufficio Turistico – Pro San Daniele, Via Roma 3 – tel.: +39 0432 940765; e-mail: info@infosandaniele.com

Orari di apertura: su richiesta

Ingresso: gratuito

Servizi: visite guidate, escursioni, bookshop, archivio documentale sulle fortezze italiane ed europee nella Grande Guerra, voli turistici sui Forti del medio Tagliamento

Visite: solo su prenotazione – tel.: +39 0432 612106

E-mail: segreteria@com-rive-d-arcano.regione.fvg.it

×

 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE

Fontana_Quattro_Continenti_Trieste

Fontana dei Quattro Continenti

Realizzata dallo scultore bergamasco Giovanni Battista Mazzoleni tra il 1751 e il 1754, rappresenta la città di Trieste che ottiene fortuna e ricchezze grazie all’istituzione del Porto franco e ai favori accordatigli da Maria Teresa. Vi sono rappresentati le figure allegoriche dei quattro continenti allora noti Europa, Asia, Africa e America, e quattro fiumi dai cui zampilla l’acqua. La Fama con le ali spiegate si erge a protezione della giovane figura di Trieste, circondata dai simboli del commercio, nell’atto di accogliere un mercante in abiti orientali.

Nel 1925 gli artisti triestini si schierarono per evitarne la demolizione e, l’anno seguente, fu restaurata dallo scultore Marcello Mascherini. Smontata nel 1938 per allestire il palco del Duce, i pezzi furono conservati nell’Orto Lapidario, finché nel 1970, grazie all’intervento del pittore Cesare Sofianopulo la fontana fu restituita alla piazza.

Si dice che nel 1769, per festeggiare l’inaugurazione del Lazzaretto Nuovo di Santa Teresa, dagli orci dei Fiumi sia stato fatto zampillare il vino anziché l’acqua e che, nel secolo successivo, tra le rocce sia cresciuto un albero di fico, finché nel 1891 l’albero venne estirpato, non senza il rammarico dei cittadini; venne persino composto qualche verso dai poeti locali in omaggio all’amico perduto.

 

Informazioni


Indirizzo: Piazza dell’Unità d’Italia, Trieste

×

 

ALTRO IN ZONA
Palazzo_Municipio_Trieste

Palazzo del Municipio

Il Palazzo municipale fu edificato nel 1875, anno in cui tutta la piazza fu ristrutturata. Giuseppe Bruni vi immaginò una torre dell’orologio che sovrasta il palazzo, a ricordo dell’antica torre civica del porto, su cui due automi bronzei, chiamati dai triestini Micheze e Jacheze, scandiscono le ore. La torre è affiancata da due ali in cui le luci e i ricchi apparati decorativi creano un intenso gioco di chiaroscuri. Per il suo curioso aspetto è stato soprannominato dai triestini “Cheba”, per la forma che ricorda quella di una gabbia per uccelli.

Al suo interno, nel Salone del Consiglio, è esposto il grande dipinto di Cesare dall’Acqua raffigurante La prosperità commerciale di Trieste.

 
 
 
  
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Piazza dell’Unità d’Italia, Trieste

×

 

ALTRO IN ZONA