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Borgo del Castello

Questo bellissimo borgo fortificato del Friuli occidentale, le cui origini sono anteriori all’anno Mille, si trova in prossimità del guado su un ramo del fiume Tagliamento (da cui il toponimo derivato dall’unione di “curtis” e “vadum”). Annoverato tra i Borghi più belli d’Italia, è racchiuso entro un circuito murato quadrilatero con due torri portaie scudate: la meridionale conserva la pusterla, mentre la settentrionale venne adattata a torre dell’orologio. All’interno delle mura sorgono palazzi di epoca medievale e rinascimentale, tra cui il monumentale palatium di gusto rinascimentale dei Freschi Piccolomini, sorto sulle fondamenta dell’antico mastio e circondato da un parco ottocentesco. Della struttura originaria del vecchio maniero, distrutto dal terremoto del 1511, rimangono le due torri e parte delle mura di cinta.

La Cordovado medievale si concentra nell’area castellana, dove trovano spazio Palazzo Ridolfi, Palazzo Bozza Marrubini (l’antica casa del capitano, affrescata da Giovan Francesco Zamolo nel Settecento con vedute urbanistiche del castello e del centro storico) nonché l’elegante Palazzo Agricola dalle forme rinascimentali con ampie arcate e trifore.

Nel Borgo Nuovo, sorto a partire dal Cinquecento, spiccano i signorili palazzi Beccaris Nonis, Mainardi e Marzin. Palazzo Cecchini fu ristrutturato secondo il gusto neogotico e affrescato nell’Ottocento con scene allegoriche e patriottiche, decorazioni a grottesche e vedute.

L’abside dell’antica Pieve di Sant’Andrea fu affrescata da Gianfrancesco da Tolmezzo agli inizi del Cinquecento. Il Santuario della Madonna delle Grazie è un gioiello d’arte barocca con un soffitto splendidamente intagliato e dorato contenente ovali dipinti da Antonio Carneo. La Nuova Parrocchiale conserva la pala della Madonna del Rosario di Giuseppe Moretto e Il Nome di Gesù di Nicola Grassi.

Nel mese di settembre a Cordovado si svolge la suggestiva rievocazione storica delle nozze svoltesi nel 1571 tra Riccarda d’Arcano e Francesco Ridolfi di Cordovado.

Il territorio circostante offre, inoltre, ambiti naturalistici di grande fascino; la zona rurale è, infatti, contraddistinta dalla presenza del complesso dei mulini di Stalis, che ispirarono Ippolito Nievo, cui è dedicato un parco letterario, e Pier Paolo Pasolini.

 

Informazioni


Dove: Cordovado, provincia di Pordenone

 

Informazioni: Comune di Cordovado, Piazza Cecchini 24 – www.comune.cordovado.pn.it -accoglienza turistica presso la Biblioteca Civica Palazzo Cecchini, tel.: +39 0434 690265

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Magazzino dei Venti. Progetto Bora Museum

Il Magazzino dei Venti, che vuole essere un laboratorio per la gestazione del Museo della Bora e del Vento di Trieste, ospita piccole esposizioni temporanee e un centro di documentazione sulle curiosità eoliche, sui venti vicini e lontani raccolti dal progetto Centoventi. Qui confluiscono l’Archivio del Museo della Bora, l’Archivio della famiglia Polli e l’Archivio dei Venti del Mondo che comprende una divertente collezione di venti.

Nell’area scientifica sono introdotti i venti e le loro caratteristiche, la sezione delle curiosità raccoglie gli articoli del “Piccolo” sulle raffiche di Bora più memorabili, i testi delle canzoni tipiche, gli oggetti realizzati per resistere alla veemenza del vento. Un settore è dedicato alla letteratura che è stata ispirata dalla Bora, come Il mio Carso di Scipio Slataper.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Servizi: visite guidate, archivio documentale

Indirizzo: Via Belpoggio 9, Trieste

Tel.: 040 307478

Informazioni: www.museobora.org

E-mail: museobora@iol.it

Orari di apertura: visite su prenotazione

Ingresso: gratuito

Come arrivare: a piedi dal Molo Audace percorrendo le Rive tenendo il mare alla propria destra per 900 m circa. Svoltare a sinistra in via Belpoggio e percorrerla per 150 m; in autobus dalla stazione FFSS con la linea 8 direzione Valmaura; da piazza Goldoni linea 9 direzione Largo Irneri

 

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Biotopo delle Risorgive di Flambro

Situato alla destra del Cormor e adiacente al biotopo delle Risorgive di Virco, quello delle Risorgive di Flambro è un biotopo articolato e ben salvaguardato, compreso nel sito delle Risorgive dello Stella. Si tratta del più importante e vasto complesso di vegetazione umida d’acqua dolce della regione, garantito dalle risorgive – un reticolo di acque affioranti in superficie – nonché uno dei pochi lacerti naturali rimasti intatti in pianura.

Un percorso attrezzato permette di visitare l’area in un circuito ad anello che parte dal Mulino Braida. Lungo la corrente d’acqua limpida della Roggia dei Molini spiccano le fioriture bianche del crescione e le distese di piante acquatiche galleggianti. Si possono osservare i cladieti che circondano le olle ricche di acqua, le torbiere dominate dal giunco nero e i più rari i prati umidi colorati dalla gramigna azzurrognola. Poco oltre cresce qualche rado bosco di farnie, olmi e ontani neri alternato a radure e prati coltivati.

La flora vanta specie rare come l’armeria delle paludi che risalta con il suo rosa pastello contro i giunchi scuri, il giallo erucastro, il gladiolo palustre, l’eufrasia di Marchesetti, i viticcini estivi della famiglia delle orchidee e numerosi relitti glaciali fra cui la primula farinosa nei toni dei rosa e dei lilla, la parnassia, la genzianella, la carnivora rosolida, e, ancora, il giglio caprino e le iris azzurra e gialla. Nei pressi della Roggia Mezzal è possibile incontrare un esemplare di ramarro verde brillante con una macchia azzurra all’altezza della gola.

I cartelli lungo il tragitto descrivono specie vegetali e animali caratteristici della zona, fra cui la rana di Lataste – una delle specie più rare d’Europa e soggette ad estinzione – oppure i tritoni, l’ululone dal ventre giallo e la tartaruga di acqua dolce. Di interesse anche la presenza dell’airone rosso e il tarabusin; fra i rapaci vi sono, inoltre, l’albanella reale e il falco di palude.

 

Informazioni


Ubicazione: Comune di Talmassons

Estensione: 73 ettari

Informazioni: www.comune.talmassons.ud.it – Comune di Talmassons, via Tomadini 15 -tel.: 0432 766020; fax 0432 765235; e-mail: segreteria@com-talmassons.regione.fvg.it

Servizi: dalla località Molini Braida si sviluppa un breve percorso didattico

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Castello di Toppo

Il castello di Toppo, che si erge su un’altura rocciosa tra i fiumi Meduna e Tagliamento, è documentato a partire dal 1186. Il feudo appartenne all’omonima famiglia che, nel Cinquecento, si trasferì nel palazzo signorile che sorge nel borgo, lasciando cadere in rovina il maniero.

Gli imponenti resti del castello sulle pendici del monte Ciaurlèc dominano l’abitato di Toppo. Si tratta di un esempio ben conservato di architettura fortificata del Friuli tra il XII e il XIV secolo: una costruzione massiccia, munita di una serie di feritoie e disposta su due piani che conserva parte della merlatura ed è delimitata da due cinte murarie, tuttora visibili, di cui la più vecchia supera i 15 metri di altezza. Questa, con andamento poligonale, racchiude il fortilizio con la possente torre-mastio di epoca feudale. Al suo interno, gli scavi archeologici effettuati nel corso del restauro, hanno rinvenuto le prove dell’esistenza di una zecca clandestina che nel primo trentennio del XIII secolo coniava monete false, veneziane e carinziane. A fianco del mastio sorgeva la residenza dei signori di Toppo e, a ridosso della cerchia esterna, trovavano posto il pozzo, le stalle, le rimesse e le piccole officine artigiane. Qui fu eretta anche la chiesetta castellana di Sant’Antonio Abate, con i pregevoli affreschi del XIV secolo. Una strada mulattiera sale dal sottostante villaggio al castello, attraversando il bosco.

 

Informazioni

Indirizzo: Frazione Toppo, Travesio

Stato di conservazione: ruderi

Informazioni e visite: Ufficio Turistico di Toppo
Palazzo Toppo-Wassermann
via Verdi 98,
33090 Toppo di Travesio, PN

Tel. 0427 90350
turismo@comune.travesio.pn.it

Orari di apertura:
Mercoledì
9:00 – 12:00
Sabato e Domenica
9:30 – 12:30
14:30 – 17:30

www.castelloditoppo.eu
Fb: @ufficioturisticotoppo

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Fortezza_Gradisca

Fortezza di Gradisca d’Isonzo

La città fortificata di Gradisca venne fondata dalla Repubblica veneta a difesa dalle incursioni turche. A partire dal 1479 venne innalzata una cinta muraria in forma di pentagono con torri angolari, attraversata da due porte e circondata da un fossato.

In seguito alla guerra della Lega di Cambrai, nel 1511, la città cadde sotto l’assalto dell’Impero che già aveva ottenuto la Contea di Gorizia. Per opera della casa d’Austria furono edificate nuove opere e il complesso castellano che andò a inglobare il vecchio palazzo del Capitano e l’antico Arsenale veneto.

Dal 1615 al 1617 fu al centro della contesa tra Venezia e l’Impero che prese il nome di guerra gradiscana. Trent’anni dopo, Gradisca fu ceduta ai principi di Eggenberg che la tennero fino al 1717, quando, estinta la casata, fu riunita a Gorizia. Nel 1784 il castello fu adibito a caserma e dal 1815 a carcere e, conseguentemente ampliato con nuovi corpi di fabbrica, tra cui la Cappella dell’Ergastolo. Il Castello, ora di proprietà demaniale, è stato lasciato in stato di abbandono.

 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via Ulderico Della Torre, Gradisca d’Isonzo

Stato di conservazione: abbandonato

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Monumento alla Resistenza

Dopo aver ricevuto la medaglia d’oro al valor militare per la guerra di liberazione, la città di Udine decise di costruire un monumento che ricordasse la Resistenza nel luogo in cui già esisteva il Tempio Ossario, che ricorda i caduti della Grande Guerra.

Gli architetti Gino Valle e Federico Marconi, lo scultore Dino Basaldella e il designer Sandro Conti vinsero il concorso nazionale con il progetto “Farra” e completarono nel 1969 la struttura geometrica con forti connotazioni simboliche, che vuole essere un monito al precario equilibrio su cui si regge la libertà.

Ogni anno il sito ospita una cerimonia commemorativa nel giorno della Festa della Liberazione.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Piazzale XXVI Luglio, Udine

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Parco_Archeologico_Castelraimondo_Forgaria

Parco Archeologico Castelraimondo

Il nome del sito, Castelraimondo, deriva da Zuc Scjaramont, il toponimo dell’altura che domina le vallate dei fiumi Tagliamento ed Arzino; ciò che resta di Castelraimondo forse è solo una parte dei tre fortilizi costruiti in posizione strategica, da cui si aveva il controllo di un vasto settore della pianura friulana e della via verso la Carnia ed il Norico.

Dagli scavi effettuati risulta che l’insediamento si formò nel IV secolo a. C. e fu abitato ininterrottamente fino al X secolo d. C. Prima del castello, quindi, qui sorgeva un villaggio fortificato, circondato da mura. Oggi possiamo ancora vedere un’abitazione protostorica, detta la “grande casa” per le sue notevoli dimensioni. Successivamente l’insediamento venne rinforzato con un murus gallicus, unafortificazione di tipo celtico, di cui è rimasta visibile una parte. Il terrapieno che si appoggiava a questo muro (largo 2,40/2,80 m) portava lo spessore della fortificazione a ben 11 metri. In epoca romana si eresse un ulteriore perimetro fortificato e delle torri difensive, trasformando Castelraimondo in una vera e propria fortezza.

Intorno al 430 per motivi a noi tuttora ignoti l’insediamento fu distrutto e abbandonato. Successivamente cominciò a essere usato come riparo dai pastori e da gente povera, che costruirono dei rifugi utilizzando i resti delle fortificazioni. Dal X secolo non risultano più insediamenti, ma tra la fine dell’anno Mille ed il XIII secolo sul costone occidentale dell’altura sorse un castello medievale, distrutto nel 1348.

Il parco archeologico di Castelraimondo è attrezzato con un percorso di visita e con pannelli esplicativi ed è sempre accessibile.

I reperti archeologici sono esposti nel Palazzo del Comune di Forgaria nel Friuli.

 

 

Informazioni


Visite guidate: chiamare il numero +39 0427 809091.
 

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