Castello_Trussio_Dolegna_Collio

Castello di Trussio

Il maniero – costruito a mezza costa del monte Ruttars – viene per la prima volta menzionato nel 1257, quando fu incendiato e distrutto dal conte Mainardo di Gorizia nel corso della contesa con il patriarca Gregorio da Montelongo. I suoi proprietari, i Signori di Fratta, furono costretti ad abbandonarlo e a fuggire, ma, rientrati in possesso del feudo, lo ricostruirono. Nel 1279 passò in mano ai signori di Spilimbergo e nel 1365, durante l’invasione del Friuli ad opera di Rodolfo IV d’Austria, fu preso d’assedio e conquistato dagli udinesi.

Il castello fu ancora al centro di aspre lotte, distrutto per mano degli ungheresi nel 1431 e poi, nuovamente nel 1511 durante le guerre tra Venezia e l’Impero. Dell’antico castelliere, in seguito riedificato, rimasero le mura e i torrioni. Gli Spilimbergo esercitarono la Signoria su Trussio fino al 1869, quindi il castello rimase abbandonato e utilizzato come riserva di caccia finchè venne restaurato e trasformato in ristorante (“L’Aquila d’oro”).

La zona di Dolegna del Collio è assai rinomata per la produzione del vino e riconosciuta, fin dal 1968, con la Denominazione d’origine controllata.

 

Informazioni


Indirizzo: Via Ruttars 11, Dolegna del Collio

Servizi: ristorante

Tel.: 0481 61255

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Villa_Bresciani1

Villa Bresciani-Attems-Auersperg

Costruita dalla famiglia Bresciani intorno al 1560 ad imitazione delle ville venete di campagna, ma ormai nel cuore della città, la villa appartenne poi ai Peteani, agli Attems, agli Auersperg e, infine, ai Tufano.

Nel Settecento fu ampliata e ristrutturata. La facciata termina con un timpano, al di sotto del quale si apre un portale bugnato con guglie e stemma nobiliare che dal piano nobile scende al giardino con uno scalone d’onore della fine del XIX secolo. Negli interni della villa si conserva un singolare fregio pittorico con giochi di putti, creature fantastiche e mitologiche incorniciati da tralci e file di perle blu. Il giardino antistante è arricchito da una fontana che zampilla entro una vasca circolare, mentre l’ampio parco retrostante accoglie essenze centenarie e antichi reperti come anfore e urne disseminati tra le fronde secondo il gusto romantico per il rovinismo.

Nel complesso è inserita anche la Cappella gentilizia di Santa Croce, al cui interno si trova un imponente crocefisso ligneo del Duecento di scuola pusterese.

Interessante la colombaia, uno dei pochi esempi rimasti in zona sebbene un tempo tutte le ville ne erano provviste.

Informazioni


Indirizzo: Via Trieste 39-41, Cervignano del Friuli

Visite: la villa è proprietà privata e si può visitare solo esternamente, su richiesta di enti e scuole. La cappella gentilizia (via Trieste 45) è aperta tutti i giorni tranne domeniche e festivi

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FociSella

Riserva Naturale Foci dello Stella

Si tratta di un ambiente di notevole interesse naturalistico che interessa il delta del fiume Stella e la fascia di Laguna circostante, nonché l’oasi avifaunistica di Marano Lagunare. Il fiume, che scorre lento e sinuoso tra le ali di cannuccia palustre, origina un suggestivo paesaggio coperto di un rigoglioso tappeto di piante acquatiche, ricamato da una intricata rete acquifera che si abbandona alla deriva nella laguna.

Il canneto, oggi alquanto raro e prezioso, si estende presso le foci dello Stella, dando rifugio nel suo delicato ecosistema palustre a numerosi uccelli, che nidificano e sostano durante le migrazioni secondo il ritmo delle stagioni. Si possono osservare, fra gli altri, falchi di palude, cigni reali, aironi rossi, cinerini e bianchi. Nella foce si incontra un pittoresco villaggio di pescatori con i caratteristici casoni di canna e legno, cui si attracca tramite un pontile in legno.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Ubicazione: Comune di Marano Lagunare

Estensione: 1.377 ettari

Informazioni: www.maranoinforma.it

Centro Visite: riserve naturali Valle Canal Nuovo e Foci dello Stella, via delle Valli 2, Marano Lagunare – tel.: 0431 67551; e-mail: centrovisite@maranolagunare.com

Orari di apertura: aperto tutto l’anno da martedì a domenica durante i mesi invernali 9.00-17.00, nei mesi estivi 9.00-18.00

Servizi: centro visite, bar, punti ristoro, aree pic-nic, parco giochi; servizio motonave

Attività: escursioni guidate, birdwatching

Visite: la riserva è accessibile solo via acqua, la visita si svolge necessariamente in barca; le escursioni con la motonave sono programmate per i gruppi dal 1° ottobre al 15 maggio dal lunedì al giovedì

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Piazza_della_Transalpina_Gorizia

Piazza della Transalpina

La stazione della linea Transalpina, creata per collegare Vienna a Trieste, fu inaugurata nel 1906 alla presenza dell’erede al trono austroungarico l’arciduca Francesco Ferdinando. Oggi la Transalpina è una linea a binario unico non elettrificata che congiunge la Valle dell’Isonzo e le Alpi Giulie a Sesana e Jesenice. I treni storici a vapore percorrono ancora questo tratto per portare i turisti da Gorizia al lago di Bled.

Nella piazza antistante la stazione, dopo la seconda guerra mondiale, venne tracciato il nuovo confine tra Italia e Jugoslavia, così il piazzale venne diviso in due dal “Muro di Gorizia”, uno dei simboli della separazione politica e ideologica durante gli anni della guerra fredda. Fino al 1954 lungo la linea di confine si snodava il filo spinato e la porta d’entrata della stazione ferroviaria non si apriva sulla piazza. Sulla facciata della stazione campeggiavano fino al 1991 la stella rossa e la scritta in serbo-croato “Mi gradimo socijalizam” (Noi costruiamo il socialismo).

La rete divisoria è stata abbattuta con l’ingresso della Slovenia nell’Unione Europea nel 2004. A memoria del confine oggi rimane una targa sul terreno, su cui è tracciata la linea che separa i due Stati, per cui è possibile stare letteralmente con un piede in Italia e uno in Slovenia. Nel centro della piazza l’artista triestino Franco Vecchiet ha realizzato un mosaico con il numero del cippo confinario n° 57/15 ora spostato a lato della piazza. Una fila di pietre ricorda graficamente la linea di confine sulla quale sorgeva la rete.

All’interno dell’elegante Stazione in stile secessione è stata allestita una sala espositiva dedicata alla storia del confine.

La piazza è spesso sede di eventi e manifestazioni sportive internazionali.

 

Informazioni


Indirizzo: Stazione Transalpina, Piazza della Transalpina/Evropski Trg, Gorizia/Nova Gorica

 

Orari di apertura: lo spazio espositivo della Stazione è aperto da lunedì a venerdì 13.00-17.00, sabato 9.00-19.00, domenica 10.00-19.00.

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Museo_Archeologico_Nazionale_Cividale

Museo archeologico nazionale

Il Museo, fondato nel 1817, è ospitato nel cinquecentesco Palazzo dei Provveditori Veneti. La collezione spazia dalle origini della città fino al periodo della dominazione veneziana. Il nucleo originario della raccolta si deve alle ricerche antiquarie di Michele della Torre nei primi decenni del XIX secolo.

Nei locali del piano interrato si conserva una vasta area archeologica, mentre al pian terreno è ospitato il lapidario, dove sono esposti i raffinati mosaici provenienti dalle domus cividalesi e le epigrafi della Forun Iulii romana, nonchè una serie di bronzetti e un thesauros attribuibili al culto di Ercole che veniva venerato in un santuario posto su di un altura a sud della città.

La seconda sezione, esposta nel cortile, raccoglie le decorazioni architettoniche e sculture delle chiese e dei palazzi medievali attraverso l’età longobarda, carolingia e patriarcale. Al basso medioevo, epoca in cui Cividale (Civitas Austriae) fu residenza stabile del Patriarca (fino al 1238 ), risalgono una serie di pàtere e formelle zoomorfe usate nella decorazione dei palazzi, insieme a pilastrini “a colonnine”, mensolette ad arco, cornici e fregi policromi. I rilievi “veneto-bizantini” (XI-inizio del XIV secolo d.C.) sono probabilmente appartenuti alla decorazione del Palazzo Patriarcale e di altre costruzioni del complesso episcopale. Di seguito è esposta la raccolta di Pietro Cernazai (1804-1858), raffinato collezionista attivo nella Udine della prima metà del XIX secolo. Si tratta di materiali provenienti da Roma e dalla Dalmazia (Issa, Salona e Iader).

Le sale del piano superiore sono dedicate alla cultura longobarda, attraverso i manufatti provenienti dalle necropoli cividalesi (Cella-San Giovanni, Gallo, Santo Stefano in Pertica) e friulane (Romans d’Isonzo, San Salvatore di Maiano): armi, fibbie, gioielli, monete e amuleti lasciati in dono ai defunti. L’esposizione è preceduta da pannelli che illustrano il percorso dalla Scandinavia all’Italia del popolo nordico dopo la fine dell’Impero romano di occidente. I reperti illustrano l’artigianato artistico del Ducato longobardo del Friuli per quasi due secoli: dall’arrivo nel 568 d. C. fino all’età carolingia. Esposto anche il sontuoso corredo sepolcrale del duca Gisulfo (metà del VII secolo) il cui sarcofago fu rinvenuto nel 1874 in piazza Paolo Diacono.

Il museo ospita la rara collezione privata di monete auree longobarde acquistata sul mercato antiquario dalla Cassa di Risparmio delle Provincie di Udine e Pordenone. Nelle ultime sale sono esposti manufatti di età carolingia (Pace del Duca Orso, due reliquiari argentei del tesoro del Duomo e la croce astile di Invillino) e alcuni elementi dell’apparato decorativo bronzeo appartenuti al foro di Iulium Carnicum (Zuglio in Carnia) che costituiscono un unicum del patrimonio artistico dell’Italia romana.

 

Informazioni


Indirizzo: Piazza Duomo 13, Cividale del Friuli

Servizi: laboratori didattici, fototeca, archivio documentale; bar; accessibile ai disabili

Orari di apertura: lunedì 9.00-14.00; da martedì a domenica e festivi 8.30-19.30; chiuso 1° gennaio, 1° maggio, 25 dicembre

Ingresso: intero € 4,00; ridotto € 2,00 (per cittadini della comunità europea tra i 18 e i 25 anni e insegnanti statali di ruolo); gratuito per i disabili accompagnati, studenti della comunità europea con insegnante, cittadini fino ai 18 e oltre i 65 anni; biglietto cumulativo Monastero di Santa Maria in Valle e Tempietto Longobardo, Museo Cristiano e Museo Archeologico € 9,00

Tel.: 0432 700700

Fax: 0432 700751

E-mail: museoarcheocividale@arti.beniculturali.it

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Laghi delle Mucille

I tre laghi delle Mucille, che anticamente formavano un unico lago, oggi si trovano nella piana a oriente di Cave di Selz, nel Monfalconese, circondati da alture calcaree. Si sono formati sul fondo delle cave d’estrazione d’argilla negli anni Venti e Trenta del Novecento dando vita a un habitat palustre unico nel territorio. Durante i periodi eccezionalmente piovosi la zona umida e ristagnante della valle delle Mucille si allaga per l’innalzamento della falda.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Dove: Ronchi dei Legionari

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Giardino e Parco di Rocca Bernarda

Il complesso di Rocca Bernarda sorge sul colle Azzano, circondato dal parco segnato dall’alternarsi di boschetti e prati: vi trovano spazio bicentenari cedri del Libano, olivi, carpini e tuje che fanno da sfondo a statue settecentesche; il grande cipresso di oltre quattrocento anni a guardia dell’ingresso dell’edificio è stato dichiarato monumento storico.

Nel XV secolo il colle ed i territori circostanti furono donati dal Patriarcato al Comune di Cividale che, a sua volta, li cedette ai Capiferro, nobile famiglia di origine romana. L’ultima Capiferro portò in dote la rocca al marito Giacomo Antonio di Valvason Maniago. Al 1567 risale invece la costruzione delle fabbriche di villa, l’allestimento delle vigne e di spazi per la caccia volute da Giacomo e Bernardo Valvason Maniago. I progetti forse coinvolsero anche Giovanni da Udine e intesero adibire l’edificio ad “ornamento di que nostri colli, et per diletto et per commodo mio et de gli amici”.

L’edificio, perdendo la sua primitiva funzione di fortilizio difensivo, veniva usato dai fratelli Valvason Maniago per ospitare eventi mondani e convegni letterari.

I vini di Rocca Bernarda, quali il picolit e la ribolla, furono donati in più occasioni ai luogotenenti veneti e persino all’imperatore Carlo V.

Estinti i Valvasone, nel 1762 la proprietà passò ai Riccardi, che riformarono le strutture e gli impianti agrari, realizzarono migliorie nella rete viaria e, forse, l’impianto del parco all’inglese, con prevalente inserimento di conifere all’esterno alla rocca.

Successivamente il complesso cambiò più volte proprietà: prima gli Antonini, poi i Belgrado e infine Leonardo Mareschi che nel 1873 abbellì l’interno della dimora e migliorò il verde nelle sue adiacenze.

Nel 1914 il complesso fu acquistato dall’agronomo Giacomo Perusini che mise in atto nuove opere di bonifica e diede avvio al rilancio produttivo ed estetico poi promosso anche dal figlio Gaetano, agronomo ed antropologo. Alla sua morte, avvenuta nel 1977, il complesso fu ereditato dal Sovrano Militare Ordine di Malta.

 

Informazioni


Indirizzo: Via Rocca Bernarda 27, Premariacco (Ipplis)

Superficie totale: 4,50 ha

Impianto planimetrico: all’italiana (giardino) e all’inglese (parco)

Condizione giuridica: proprietà privata

Peculiarità scenografiche e compositive: aiuole, siepi, viali

Specie botaniche di rilievo: bosso, carpino, cipresso, glicine, pino nero, tasso, Thuja plicata

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