Museo_Ciasa_dai_Fornes

Museo Ciasa dai Fornes

La secentesca casa rurale della “Busa” ospita l’esposizione “Il filo dei ricordi” dedicata alla secolare tradizione carnica della filatura e della tessitura.

Fino allo scoppio della Grande Guerra, infatti, ogni inverno i “Cràmars”, originari dei Canali di Gorto e San Pietro e i “Tesseri” o “Tisidous”, provenienti dai canali di Socchieve e del Tagliamento, emigravano in cerca di lavoro verso i territori soggetti alla Serenissima e all’Impero asburgico. Questi artigiani lavoravano in casa le materie prime: la lana, la canapa ed il lino e le tinte gialle, verdi e rosse ricavate dalle piante.

Sono esposti abiti e strumenti di lavoro (fusi, arcolai, telai), coperte con i motivi tradizionali, tessuti colorati, ricami ad ago e uncinetto, nonchè i caratteristici “scarpéts”, la tipica calzatura carnica di velluto su cui le donne ancora oggi ricamano i fiori delle Dolomiti: la stella alpina, l’orchidea o “scarpa della Madonna” e la genziana.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via Nazionale, frazione Cella, Forni di Sopra

Orari di apertura: luglio e agosto 17.00-19.00; durante il periodo natalizio tutti i giorni 16.00-18.00; aperture straordinarie su prenotazione presso la sede Turismo FVG di Forni di Sopra – Tel.: 0433 886767

Informazioni: www.fornidisopra.orgwww.comune.fornidisopra.ud.it

Ingresso: gratuito

×

 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE

Parco_Galvani_Roseto_Pordenone1

Roseto Parco Galvani (MIRA)

Il parco – impostato secondo i canoni compositivi del giardino ‘all’inglese’ –occupa un’ampia area verde a ridosso del centro storico di Pordenone. Si tratta di un prato recintato su tutti i lati con alberi d’alto fusto e un laghetto nella zona meridionale, sulle cui sponde si sviluppa il roseto. La villa è stata la residenza della famiglia Galvani dalla fine del Settecento fino al 1900.

Negli anni Settanta del Novecento fu acquisita dal Comune di Pordenone che avviò i lavori di riqualificazione dell’area. Dichiarata nel 1980 di «grande rilevanza storica per l’ambiente naturale che la circonda», la villa è stata restaurata e ospita ora il Centro di arte contemporanea.

Nel novembre del 2010 è stato inaugurato il Museo itinerario della rosa antica, en plein air, che conserva circa 185 varietà di rose appartenenti a 40 specie diverse, disposte seguendo lo sviluppo dell’albero filogenetico: un percorso museale storico-didattico sulla rosa antica con ben 766 rosai che permette di conoscere caratteristiche, storia e collegamenti botanici di questo fiore dalla complessa genealogia.
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Viale Dante 33, Pordenone

Superficie totale: 2,87 ha

Impianto planimetrico: informale all’inglese

Condizione giuridica: proprietà pubblica, Comune di Pordenone

Peculiarità scenografiche e compositive: lago, percorso delle rose

Specie botaniche di rilievo: rose (185 varietà di rose appartenenti a circa 40 specie diverse), ippocastano, magnolia, tasso

Informazioni: MIRA – Museo itinerario della rosa antica, presso “PARCO” Galleria d’arte moderna e contemporanea “A. Pizzinato”

Tel.: +39 0434 523780

Fax: +39 0434 392925

www.artemodernapordenone.it

info@artemodernapordenone.it

×

 

ALTRO IN ZONA
Fiume_Stella

Fiume Stella

Lo Stella (Stele in friulano) nasce a 5 m. s.l.m., dalla confluenza di un susseguirsi di piccole rogge che nascono dalle risorgive di pianura in un’area acquitrinosa; presto diviene fiume navigabile da piccole imbarcazioni e dopo 45 km sfocia nella Laguna di Marano (Ud). I due principali affluenti del fiume sono il Taglio e la Torsa. Il bacino di risorgiva del Medio Friuli, che si distende da Codroipo a Palmanova, è tra i più grandi d’Europa. Le acque sotterranee emergendo danno vita a una moltitudine di rivoli, canali, fossi dalla cui unione si formano veri e propri fiumi, come lo Stella.

Natura incontaminata, zone paludose ricche di acquitrini di straordinaria bellezza, ma anche i parchi, lambiti dalle sue acque, delle splendide ville Badoglio (Flambruzzo) e Ottelio (Ariis) ne fanno un fiume ricco di fascino.

Il Parco Comunale dello Stella, che abbraccia l’area circostante i fiumi Stella e Taglio e che comprende aree anche molto diverse (naturali, agricole, urbanizzate, ecc.) e l’Oasi naturalistica “Foci dello Stella” (dove si sono formati degli isolotti coperti di canneti che costituiscono una grande attrattiva ambientale e culturale, grazie alla presenza dei ‘casoni’ dei pescatori) sono solo due dei punti di partenza per partire a esplorare l’area dello Stella.

 

Lago_Ravedis

Lago di Ravedis

Il lago di Ravedis è un bacino artificiale formato dall’imponente costruzione della diga di Ravedis che regola le dannose piene del torrente Cellina. La diga è stata ripresa nel film Come Dio comanda, di Gabriele Salvatores.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Dove: Montereale Valcellina

Superficie: 3 km2

Come arrivare: prendendo da Montereale la SS521 Val di Zoldo-Valcellina in direzione Barcis. Sopra l’abitato di Montereale si percorre la galleria Magredo, alla cui uscita, in fondo alla vallata, si può vedere la diga

×

 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI PORDENONE

Abbazia_Corno_Rosazzo

Abbazia di Corno di Rosazzo

L’abbazia è situata a Corno di Rosazzo, in posizione isolata, sulle colline a Nord-Est di Manzano. Nelle giornate serene dal suo lato meridionale si gode di una vista mozzafiato che spazia dagli abitati di Manzano e Cormons fino al mare.

Fondata probabilmente tra il 1068 e il 1077, l’abbazia raggiunse in poco tempo un ruolo di primo piano, tanto che già nel 1361 era considerata tra le postazioni più sicure della Patria del Friuli. Dopo esser stata quasi distrutta nel 1509 dal duca di Brunwick, fu restaurata dall’architetto cividalese Vincislao Bojaniper; un ulteriore intervento si ebbe poi nel 1823.

Nel complesso fortificato sono ancora integri diversi fabbricati di pregio, come la chiesa di San Pietro e il bel chiostro del ’500. La chiesa fu costruita intorno all’anno Mille in stile romanico, con pianta regolare a tre navate; gli elementi architettonici risalenti all’Alto Medioevo, al Cinquecento e all’Ottocento risalgono alle epoche delle successive ristrutturazioni.

All’interno della chiesa abbaziale spiccano gli affreschi di Francesco India, detto il “Moro“ o anche “Torbido“, allievo del Giorgione, risalenti tutti al 1535. Del Settecento sono invece gli altari e le statue.

 

Informazioni


Abbazia di Rosazzo
Piazza Abbazia, 5
33044 Manzano – Loc. Rosazzo (UD)
Tel +39 0432.75.90.91
Fax +39 0432.75.36.43

Orari di visita: tutti i giorni: 9.00-12.00 e 15.00-18.00; la S. Messa viene celebrata la domenica alle ore 18,00.

×

 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE

Parco_Castello_Miramare_Trieste1

Parco del Castello di Miramare

Il parco, che digrada verso il mare, incorniciando con i suoi parterre le costruzioni architettoniche, si affaccia sul Golfo di Trieste coprendo il promontorio roccioso di Grignano con la sua macchia sempreverde. Fino alla metà del XIX secolo l’area, che aveva l’aspetto di una landa carsica quasi del tutto priva di vegetazione, era adibita a pascoli e vigne con un modesto querceto e la tipica flora del Carso.

Tra il 1855 e il 1856 l’arciduca Ferdinando Massimiliano d’Asburgo, fratello dell’imperatore d’Austria Francesco Giuseppe, iniziò la costruzione della residenza e del parco. Secondo la volontà dell’arciduca, che ne seguì da vicino la creazione, il parco fu ispirato al romanticismo ottocentesco, combinando i criteri strutturali dei giardini nordici con la ricchezza botanica della flora mediterranea. Nell’intenzione dello sfortunato imperatore del Messico il parco si sarebbe dovuto configurare come stazione sperimentale di rimboschimento e di acclimatazione di specie botaniche rare, facendone un complesso insieme naturale e artificiale.

Per il progetto architettonico l’arciduca si avvalse dell’architetto viennese Carl Junker, mentre la realizzazione del parco fu affidata a Wilhelm Knechtel, già giardiniere nell’isola di Lacroma, che divenne residenza estiva dell’arciduca.

L’area orientata a est fu convertita in un bosco, che avrebbe dovuto difendere il giardino mediterraneo dai venti, scegliendo di assecondare l’orografia del luogo: gruppi arborei si alternano a radure, dove i sentieri si insinuano tra i gazebi e i laghetti, seguendo puntualmente i dettami del giardino paesistico inglese. Il giardino che sarebbe sorto in prossimità del castello si sarebbe contraddistinto per le specie rare ed esotiche.

I lavori iniziarono sotto la direzione del boemo Josef Laube, già aiuto giardiniere a Laxenburg e giardiniere di Villa Lazarovich, che tra il 1851 e il 1857 fu la residenza triestina di Massimiliano.

Dal 1859 al 1867 la responsabità dei lavori fu di Anton Jelinek, che pochi anni prima aveva partecipato alla spedizione della fregata Novara in qualità di assistente del dottor Eduard Schwarz, botanico e medico di bordo.

Il terreno fu preparato con alcuni sbancamenti e si fece importare il terriccio dalla Stiria e dalla Carinzia. Dopo che i viali carrozzabili e gli altri sentieri furono tracciati, si avviò la piantagione di pini, sementi e giovani piante provenienti da diverse località: da vivai e ville in Veneto tra cui Villa Reale di Stra, poi dai giardini di famiglia a Vienna, dalla fregata Novara, da Gibilterra, da Shangai, da altri giardini mediterranei e triestini. Gran parte delle essenze erano di origine extraeuropea e anche dopo la sua partenza per il Messico continuò a far importare nuove specie per il suo giardino.

Oltre al castello, si edificarono il ‘castelletto’ o Garten Haus, la Kaffee-Haus, la ‘casa svizzera’, due villette per la servitù, le scuderie e il portale con portineria sulla carrozzabile dalla città. Furono conservati i resti di una preesistente cappelletta e vennero realizzate una grotta artificiale, una palestra all’aperto, i parterres, le gradonate verso il porticciolo, una vasca nel bosco, un lago e collocate, inoltre, le voliere e le serre.

Un inventario del 1861 registra la presenza di 21.368 specie, tra erbacee, arbustive, arboree, in gran parte di provenienza alloctona.

Nel 1862 si fecero arrivare le sculture prodotte dalla fonderia Moritz Geiss di Berlino. Nel 1867, con la morte di Massimiliano, Jelinek lasciò il suo incarico all’assistente August Vogel.

Miramare diventò residenza periodica dei membri della famiglia imperiale fino allo scoppio della prima guerra mondiale; in seguito il castello restò disabitato fino al 1931, quando vi si stabilì il duca Amedeo di Savoia-Aosta.

Nel 1928 fu inaugurata la strada costiera che unisce Sistiana a Barcola e che divise in due il parco. Da allora, il pendio è attraversato trasversalmente da due gallerie e un tratto in trincea su cui fu aperto un nuovo portale monumentale di accesso. Da segnalare poi altri punti di interesse come il piccolo piazzale con i cannoni donati da Leopoldo I re dei Belgi e la cappella di San Canciano con un crocifisso scolpito con il legno della fregata Novara, dedicato nel 1900 a Massimiliano da suo fratello Ludovico Vittore.

 

Informazioni


Indirizzo: Viale Miramare, Trieste

Superficie totale: 22,00 ha

Impianto planimetrico: paesaggistico (arboretum e parco mediterraneo), formale (parterre)

Condizione giuridica: proprietà pubblica, Stato

Peculiarità scenografiche e compositive: belvedere, Kaffeehaus, ‘lago dei cigni’ con isolotto di roccia e chalet, parterre, pergolati in ferro, porticciolo con gradonate, scultura di Marcello Mascherini, statue

Specie botaniche di rilievo: abete del Caucaso, abete di Spagna, abete greco, araucaria, cipresso, cipresso di Monterey, corbezzolo, leccio, libocedro, pino d’Aleppo, pino di Sabine, pino nero, rovere, sequoia, sequoia gigante, tsuga

Servizi: ristoro, accesso disabili

Orari di apertura: da aprile ad agosto 8.00-19.00; accesso gratuito

Informazioni: info@castello-miramare.it

×

 

ALTRO IN ZONA
Castello_Spilimbergo1

Castello di Spilimbergo

Il castello a picco su una scarpata del Tagliamento deve il suo nome agli Spengenberg, nobili di origine carinziana giunti in Friuli tra il XII e il XIII secolo, membri del Parlamento del Friuli nonché “ministeriales” del Patriarcato di Aquileia.

Nel corso dei numerosi assedi e incendi fu più volte distrutto e ricostruito, andando a formare un variegato complesso di residenze signorili raccolte attorno alla corte centrale. Vi si accede attraverso il ponte sul fossato passando sotto la torre portaia.

Al suo interno si trovano Palazzo Tadea con un ricco salone ornato con stucchi cinquecenteschi e già sede del Municipio; Palazzo Ciriani-Furlan i cui stucchi sono attribuiti a Giovanni da Udine; Palazzo Troilo utilizzato nel Novecento come carcere e poi archivio comunale; il trecentesco Palazzo Dipinto con la facciata affrescata attribuita ad Andrea Bellunello (1469-1475) – raffigurante cavalli e palafrenieri, le virtù teologali e cardinali – sulla quasle si aprono due trifore e due balconi realizzati dal Pilacorte.

Nel 1865 vennero smantellati il ponte levatoio, le torri, le merlature, le terrazze e i giardini. Qui furono ospiti Carlo V, la regina di Polonia Bona Sforza ed Enrico III di Francia.

Attualmente il castello di Spilimbergo è in parte proprietà privata e in parte del Comune.

 

Informazioni


Indirizzo: Piazza Castello, Spilimbergo

Informazioni: www.prospilimbergo.org – www.consorziocastelli.it

Eventi: in agosto ha luogo la Rievocazione storica cinquecentesca della Macia

Visite: il castello non è visitabile internamente

×

 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI PORDENONE